Penso al legno come ad una materiale vivo, da trattare con rispetto e perizia per ricavare da ogni pezzo il meglio che esso può dare.
Per la mia gente il legno è stato la principale materia prima nella vita quotidiana, nelle costruzioni, per la realizzazione degli attrezzi, degli arredi e per tutto ciò che era possibile costruire con esso.
Lavorare il legno è stato il mio sogno di bambino: con il legno sono nato, con il legno sono cresciuto e quando ho potuto scegliere, al legno sono tornato…
Il legno è stato per la mia gente la principale materia prima nella vita quotidiana, nelle costruzioni, per la realizzazione degli attrezzi, degli arredi e per tutto ciò che era possibile costruire.
Questa conoscenza delle caratteristiche e delle attitudini di ogni materiale e l’esperienza nell’utilizzare per ogni lavorazione la migliore tipologia di legno è un sapere antico che si è perpetuato nel tempo.
Avrei sempre voluto che quest’arte antica non andasse perduta e con questo spirito ho creato, sei anni fa, il mio laboratorio a Fierozzo/Vlarotz nella mia splendida Valle del Fersina/Bersntol.
Ho scelto questo nome perché unisce i due elementi che sono la base del mio lavoro: Barbel è il nome della mia famiglia, che mi ha donato le radici, la conoscenza e l’esperienza che metto nelle mie creazioni. Art è l’arte che cerco di donare ad ogni pezzo.
In ogni mia creazione cerco di fondere tradizione ed arte per donare, infine, una nuova vita al legno.
Le Tecniche di Lavoro
Le mie creazioni sono accomunate dall’uso prevalente di legname di recupero trasformato utilizzando tecniche di lavorazione tradizionali.
Le coperture sono realizzate con le tradizionali schintln, le scandole: assicelle di larice o di abete con cui un tempo si realizzava la copertura dei tetti di tutte le costruzioni.
Chiodi e cavicchi sono realizzati in legno di maggiociondolo, rovere o noce.
Armadi e credenze riprendono un’antico sistema di lavorazione molto in uso in Bersntol. Ho preso spunto per questa lavorazione dai milchkòstn, armadi che un tempo venivano posizionati sui poggioli dei masi e che servivano per riporre il latte e i prodotti della caseificazione. Venivano realizzati con rami di nocciolo intrecciati su di un telaio. Questo permetteva la continua areazione all’interno della’armadio permettendo la conservazione di una temperatura ottimale.
I pali delle staccionate sono in maggiociondolo, acacia o castagno.
Il legno che prediligo è il larice. A seconda degli usi o di personali richieste utilizzo anche abete rosso, pino cembro, maggiociondolo, noce, abete bianco, acacia, rovere.